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Occhioni di Profondità
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Testo di  Marcello Guadagnino
Fotografie di  Marcello Guadagnino
Data Pubblicazione  21/03/2009

L'Occhione, nome comune del pagello bogaraveo, conosciuto anche con il nome di Rovello, Pezzogna, Pagello bastardo, appartiene alla famiglia degli sparidi, e pertanto molto simile ad un altro sparide molto apprezzato dai pescasportivi cioè il pagello fragolino.
Specie molto simili da un punto di vista morfologico, ma con abitudini di vita completamente diverse.

L'occhione è una specie gregaria, vive in grossi branchi da pochi esemplari a diverse decine, è solito sostare in zone miste a roccia e fango soprattutto in prossimità di ripide scarpate, ricche di coralligeno, da cui ricava nutrimento. Vive a profondità considerevoli, dai 100 agli 800 metri, dividendo il suo habitat con cernie, naselli, mostelle e dotti.

Pesce apprezzato non solo per la tenacia che sprigiona quando è “in canna”, ma anche per la bontà e squisitezza delle carni ancona poco conosciute al grande pubblico.
Andar per occhioni” quindi non è cosa semplice se non dispone delle attrezzature adeguate, ma diventa una passione se si dispone di imbarcazioni, salpa bolentini e terminali idonei alla pesca di questo fantastico pesce.

L'imbarcazione

Abbiamo potuto constatare che gli occhioni vivono a grandi profondità e di conseguenza a bisogna navigare diverse miglia prima di trovarci sulle nostre “secche”. Occorreranno quindi imbarcazioni sicure con motori potenti, se si dispone di un fishermann dai sei metri in su, equipaggiati con due motori, che possono essere utili in caso di maltempo, di veloci rientri o di continui spostamenti alla ricerca del pesce.

Le attrezzature

Parlando di queste profondità è ovvio che non si pùo pensare di pescare l'occhione senza i salpa bolentini elettrici, o mulinelli elettrici montati su apposite canne da traina dalle 30 alle 50 libbre.

Di grande aiuto è l'ancora, da roccia o da fango a seconda del fondale, ancore dai 15 ai 25 Kg collegate a diversi metri catena.
In bobina almeno 1500 metri di Dacron da 80 lb, materiale morbido, leggero e molto sensibile alle toccate.

Il terminale possibilmente di nylon con spessore di 1 mm dove verranno collegati dai 3 ai 6 braccioli lunghi 30 cm al cui termine verrà montato un amo del tipo a becco d'aquila dall' 1/0 al 3/0 possibilmente temperati al carbonio. I braccioli verranno montati ad una distanza di 60 cm l'uno dall' altro, tramite girelle a tre vie che lo collegheranno al trave principale.


Esempio di montatura con richiamo luminoso

I piombi andranno dai 500 al paio di Kg a seconda della corrente che c'è sotto la nostra imbarcazione.
Di grande utilità è sicuramente un richiamo luminoso montato.

Anche l'elettronica ci viene in aiuto, con dei buoni ecoscandagli possiamo renderci conto dl fondale che stiamo scandagliando e provare a calare in diverse zone.
Una altra pratica per la pesca all' occhione è “lo scarroccio”, cioè farsi trascinare dalla corrente rallentando il movimento con un' ancora a pallone, per coprire zone di pesca più ampie e quindi andare a cercare l'occhione nel suo habitat.

Le esche

Le migliori in assoluto risultano essere le sardine o alici innescate a tocchetti, ma vista la grande voracità dell' occhione vanno bene striscioline di calamaro, o i cappuccetti.

Quando insidiarlo

Il periodo migliore in assoluto è in autunno, anche se non vi è una vera e propria regola, l'occhione è un pesce sempre presente e pertanto può darci delle sorprese in qualsiasi periodo dell' anno. Ovviamente l'alba e il tramonto sono i momenti magici della giornata per questo tipo di pesca.

Dopo esserci ancorati ed aver calato sulla nostra zona di pesca, bisogna mettere in trazione il nostro calamento per facilitare la vista delle esche al pesce che prontamente si fionderà sulla nostra esca.

Se il pesce staziona sotto di noi sarà sicuramente le prede non si faranno attendere e la possibilità di tornare con un cospicuo carniere si fa sempre più concreta.
Oltre all' occhione è bene sapere che la sorpresa sta dietro l'angolo, dai grossi sauri alle mostelle e con tanta,tanta fortuna possiamo portare a bordo sua Maestà la Cernia.

  Identikit  
Come riconoscere l'Occhione

L' Occhione (Pagellus bogaraveo) è presente lungo tutte le nostre coste, tanto da venire identificato con nomi dialettali che variano da regione a regione, i più comuni sono Rovello, Pezzogna, Pagello bastardo. Appartiene alla famiglia degli sparidi, e pertanto molto simile ad un altro sparide molto apprezzato dai pescasportivi cioè il pagello fragolino.

Morfologia

Appartiene alla famiglia degli sparidi e, come tale, ha corpo allungato, compresso lateralmente, profilo del capo arrotondato e muso breve. Occhi grandi, ultimo raggio delle pinne dorsali ingrossato, e parzialmente rivestito da squame.
Colore grigio con sfumature rossastre, più scura sul capo e più chiara sul ventre. Al di sopra delle pettorali, ad altezza delle linea laterale vi si trova una grande macchia nera.

Habitat

Presente nel Mediterraneo a diverse profondità, su fondali dai 100 agli 800 metri.
Vive su fondali di varia natura, è solito sostare in zone miste a roccia e fango soprattutto vicino a scarpate dove il fondale degrada ripidamente, ricche di coralligeno, da cui ricava nutrimento. Spesso lo si trova al largo in prossimità delle secche, mentre gli esemplari più giovani stazionano più vicino alle coste.

Comportamento

E una specie gregaria, vive in branchi più o meno numerosi, da pochi esemplari a diverse decine, di solito accompagnati da mostelle, cernie, dotti e naselli.



Marcello Guadagnino
 



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