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Spinning nelle Piccole Acque Montane
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Testo di  Gianbattista Scuri
Fotografie di  Gianbattista Scuri
Data Pubblicazione  16/04/2006

Come avevo anticipato alla fine del mio ultimo articolo, oggi voglio parlarvi della pesca a spinning nelle piccole acque, cioè quei torrenti o riali montani che solcano la mia provincia e che sono più o meno simili a mille altri nelle varie realtà alpine ed appenniniche della nostra penisola.

Ambienti che comunque sono unici sia per la conformazione idrogeologica, sia per l’amenità dei luoghi di rara e selvaggia bellezza.

Con il passare del tempo, ho imparato ad amare questi luoghi e questa pesca, fatta di solitudine e sacrificio, di lunghe camminate solitarie a stretto contatto con la natura. Natura che ogni tanto mi gratifica con incontri inaspettati: un capriolo all’abbeverata a non più di dieci metri, uno scoiattolo che mi sbircia dai rami di un albero. Tutto ciò mi rende veramente felice.

Le catture poi sono quasi sempre di qualità (purtroppo anche qui è stato seminato materiale alloctono) e soprattutto sudate: le trote al minimo sentore di pericolo, se ne vanno in tana e non ne escono più fino al giorno del giudizio.

A parte gli scherzi la prima cosa da tener presente è sicuramente il mimetismo e in seconda battuta il movimento, che deve sempre essere cauto e misurato, così come la posa dell’artificiale nell’acqua. Qui veramente conta più come si pesca, piuttosto che con cosa si pesca.

La precisione nel lancio è un’altra dote fondamentale da mettere in atto, pena il cappotto assicurato.

Le trote che vivono in questi torrenti non vogliono mezze misure, o si pescano come si deve, o non si vede una coda! Perciò lanci precisi e limitati nel numero, posa dolce dell’artificiale cercando di farsi vedere il meno possibile (è perfettamente inutile lanciare da una postazione elevata, perché le trote del circondario vi avranno già fatto la foto e …. addio catture).

A chi si avvicina per la prima volta a questo tipo di pesca, voglio far notare un aspetto non meno importante di quello piscatorio, cioè quello della sicurezza.
In questi posti è meglio andare con un compagno dato che certi torrenti sono piuttosto impervi e non ci vuole niente a prendere una storta o a fare un bagno fuori stagione. Se poi siete lontani dall’auto o da un centro abitato, i problemi diventano piuttosto seri. Pescare qui è piacevole e gratificante, ma se fatto con raziocinio!!

Passiamo all’attrezzatura che deve essere leggera ma funzionale: canna in due pezzi da metri 1.80 a 2.10, con potenza di lancio da 5 fino a 20 grammi, mulinello adatto per il lancio leggero (un 2000-2500 va bene) con in bobina il solito monofilo dello 0.22 o in alternativa il trecciato da 10 libbre.

Per finire, come esche l’immancabile rotante dell’uno o del due (io non disdegno l’uso di rotanti del numero quattro quando so che in certi torrenti sono presenti delle belle trote), in alternativa il minnow può rappresentare l’asso nella manica per raddrizzare una giornata storta.

Voglio sottolineare che per me questa è una pesca d’elite, fatta da chi ama stare in mezzo alla natura e da chi la sa apprezzare.

Non è importante la quantità o la stazza ma la qualità delle catture, che naturalmente vanno rispettate e tutelate, rilasciando la quasi totalità del pescato affinché tutto ciò non venga a mancare.

Spero di avervi suggerito una nuova dimensione della pesca a spinning, fatta si di sacrifici ma anche di grandi soddisfazioni!

Scuri Gianbattista
Membro Club Azzurro e Nazionale Italiana Spinning da riva
 



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