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La Pesca del Pesce Spada - L'Imperatore dei Mari
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Testo di  Marcello Guadagnino
Fotografie di  Marcello Guadagnino
Data Pubblicazione  01/05/2009

La pesca del Pesce Spada è sicuramente la più affascinante, sia per il metodo di pesca, che per le dimensioni del pesce stesso.


Un Pesce spada salta fuori dall’acqua mostrando fiero il suo lungo rostro

Pesce che può superare i 200 Kg e più anche se con la riduzione degli stock ittici è sempre più difficile pescare esemplari di tali dimensioni.

Il pesce spada (Xiphias gladius) può superare i 5 metri di lunghezza, il suo corpo è privo di squame, ha pinne dorsali e anali duplici e il peduncolo caudale fortemente carenato, muso slanciato, sottile, puntuto a forma di spada, ovvero il rostro. Si avvicina alla costa nei periodi prossimi all’estate per la riproduzione, diversi pescatori aspettano l’arrivo con ansia per andare a caccia di questo magnifico pesce che è stato fino ad oggi e speriamo continuerà ad essere una grande risorsa dei nostri mari.

La pesca al pesce spada è stata praticata con due sistemi di pesca in particolare: le spadare e i palamiti galleggianti.


Imbarcazione in navigazione per la “cala” del palamito

Le spadare ormai bandite per la non selettivitità della pesca, sono un tipo di rete pelagica derivante di cui esistono diverse "versioni", comunque vietate, usate dai pescatori del Mediterraneo. Si tratta di reti che vanno alla deriva in alto mare, spesso in acque internazionali e non catturano solo il pesce spada, come suggerirebbe il nome, ma spaziano dalla sardina alla balena.

La rete alla deriva, infatti, non è tesa e gli animali che nuotano nei pressi generano correnti che "attirano" la rete che fatalmente intrappola tutto quel che si sposta nelle sue vicinanze.

Per questo motivo le spadare sono state chiamate "muri della morte".

Palamito per la pesca al pesce spada e sua preparazione

L’altra tecnica di pesca, i palamiti galleggianti, viene tutt’oggi praticata con ottimi risultati, attrezzo di pesca fortemente selettivo, utilizzato soprattutto nelle regioni del Sud Italia, ove la pesca allo spada è più esercitata. In Sicilia, infatti, sono presenti i maggiori stock di pesce.


Struttura di un palamito galleggiante

Il palangaro può essere paragonato ad un lunghissimo bolentino armato con molti ami. Tale attrezzo da pesca consiste, difatti, di un lungo cavo principale (“trave” o “lenza madre”), realizzato con nylon.

Alla lenza madre delle dimensioni di 140/160 mm sono legati ad intervalli regolari di circa 25/30 metri dei braccioli costituiti anch’essi da nylon delle dimensioni di 100 mm.


Cattura di un’esemplare di spada nelle acque Siciliane

La lunghezza dei braccioli può variare dai 5 ai 10 metri. Alla lenza madre verranno legati dei galleggianti per permettere al palamito di disporsi in superficie facendo affondare soltanto i braccioli a cui verranno legati ami d’acciaio molto robusti.

La migliore esca per il pesce spada è rappresentata dallo sgombro, ma anche l’alaccia presenta ottime possibilità di cattura.


Esemplari di pesce spada ed un tonno alletterato pescati con il palamito

Il palamito viene calato la notte e salpato al mattino, ore di caccia del pesce. Vengono calati dai 1000 ai 10.000 ami, ovviamente all’aumentare degli ami aumentano le possibilità di cattura.

Marcello Guadagnino



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