Quando si avvicina il periodo invernale, di notte, le spiagge
della Locride si riempiono di strane luci che si muovono in un frenetico sù e
giù.
In estate eravamo abituati a vedere queste strane luci nei porti, qualcuna anche
sulla spiaggia ma a Novembre c’è una vera e propria invasione.
Naturalmente sono le luci degli starlight, e il movimento è
dovuto alle toccate dei pesci, in questo periodo primi tra tutti le mormore.
La Mormora, o in dialetto calabrese “u
gaiuluni”, è un pesce onnipresente nelle spiagge calabre, il periodo
migliore per pescarla resta comunque il periodo autunno-invernale, ovvero da
ottobre a febbraio, gli orari sono quelli che vanno dal tramonto a gran parte
della notte con qualche variazione in base al periodo.
L’ideale sarebbe cercare la mormora al termine di una
scaduta, data l’ingente quantità di microrganismi che la mareggiata solleva e di
cui la mormora si nutrisce; se questo non è possibile ci si può anche
accontentare del mare calmo che sicuramente qualche cattura ci regalerà.
La mormora è un grufolatore, per cui cerca il cibo nella
sabbia, da ciò deduciamo che i posti in cui sono presenti le mormore sono
caratterizzati da sabbia fine.
Ma come si fa a cercare uno spot
ideale?
Innanzi tutto le spiagge della Locride sono prevalentemente
sabbiose, quindi sono ottimi spot, se non si conosce il posto si percepisce il
fondale guardando la spiaggia che sta sotto i nostri piedi, per un’ulteriore
conferma si fa un lancio con un piombo abbastanza pesante e lo si fa strisciare,
dal suo andamento capiremo sicuramente il tipo di fondale.
Dalla mia esperienza, il miglior terminale per la
pesca della mormora è il genovese, ovvero
trave di minimo 2.30 m, diametro 0.35 mm, piombo scorrevole da 70-80 grammi,
primo finale a 2.20 m dal piombo agganciato ad una girella fermata da stopper
oppure ad un aggancio rapido che ci permetta di rimuovere il finale in modo
rapido, lunghezza 50 cm di cui 20 di treccia, diametro 0.18-0.20 mm
rigorosamente fluorocarbon, secondo finale sotto il piombo di lunghezza 1.50 m e
diametro 0.18-0.20 mm.
Useremo degli ami misura 9-11 a gambo corto
preferibilmente con occhiello per far scorrere meglio l’esca (l’arenicola in
primis).
Nel caso in cui i granchi non ci permettano di pescare
tranquillamente, apporteremo una modifica aggiungendo dei flotterini
galleggianti ai terminali.
L’esca migliore in assoluto per la pesca delle mormore è l’arenicola
(detto anche napoletano), la inneschiamo grazie all’aiuto dell’apposito ago che
deve essere lungo e fine. E’ importantissimo far passare l’ago dalla testa del
verme, altrimenti si spezzerà in molti pezzi rendendosi inutilizzabile; anche se
non molto riconoscibile, la testa è leggermente più grossa della coda e se la
toccheremo si irrigidisce.
Un piccolo trucchetto per prendere il verme dalla
scatola senza spezzarlo è quello di aggiungere un po’ di acqua salata e iniziare
a scuotere la scatola orizzontalmente, il verme verrà su da solo e lo potremo
prendere facilmente.
Innescheremo circa 10 cm di verme ad amo ricordandoci di
lasciare penzolante circa 1 cm.
Taglieremo il verme rigorosamente con le dita in modo da non
fargli perdere molto sangue.
Un’altra esca molto efficace, grazie alla notevole quantità
di sangue che rilascia, è l’americano innescato a pezzetti. Per non
fargli perdere molto sangue si deve stimolare, con dei pizzicotti, la parte in
cui lo spezzeremo.
Esca molto antica, e di apprezzabile valore è il
bianchetto o biancomangiare. Appoggiamo 5-6 pesciolini e li fissiamo all’amo
tramite il “filo di aloe” oppure con il filo elastico.
Per selezionare la taglia degli esemplari possiamo innescare
con l’apposito ago il bibi vivo, naturalmente facendo attenzione a non
bucarlo facendogli perdere il preziosissimo liquido, oppure il cannolicchio
(sempre se si riesce a recuperarlo fresco).
E’ molto importante recuperare le canne ogni 10 min circa,
per constatare che l’esca non sia stata rovinata dalla minutaglia (solitamente
molto abbondante).
Useremo canne sensibili, personalmente preferisco le
70-100 gr di lunghezza 4- 4.20 mt rigorosamente in carbonio. Come mulinelli un
buon 5000 va più che bene; lo imbobineremo con un filo dello 0.26 a cui
applicheremo uno shock leader dello 0.40 (per le lunghe distanze va bene anche
uno 0.20 con shock 0.40).
Cercheremo noi la mormora lanciando una canna (la più
leggera) poco dietro la risacca ed un'altra più a largo possibile trascinando il
piombo di qualche metro ogni tanto per sondare diverse profondità.
Per quanto riguarda la ferrata e il recupero, la prima non
deve essere molto violenta (per non dire che nella maggior parte dei casi non
serva a molto), e il secondo non deve essere troppo veloce; questo perché nel
caso in cui la mormora non abbia ingerito interamente il boccone, e abbia l’amo
nelle labbra rischieremmo di perderla, avendo la mormora una bocca molto
delicata.
Cosa resta da fare?
Attendere con pazienza e la mormora non tarderà ad arrivare e
a farci divertire …
Tassone Alfonso
Roccella Jonica (RC)
Nick sul forum: alfonso.12
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