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Pesca a Fondo alle Mormore nella Locride
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Testo di  Alfonso Tassone
Fotografie di  Alfonso Tassone
Data Pubblicazione  04/03/2007

Quando si avvicina il periodo invernale, di notte, le spiagge della Locride si riempiono di strane luci che si muovono in un frenetico sù e giù.
In estate eravamo abituati a vedere queste strane luci nei porti, qualcuna anche sulla spiaggia ma a Novembre c’è una vera e propria invasione.

Naturalmente sono le luci degli starlight, e il movimento è dovuto alle toccate dei pesci, in questo periodo primi tra tutti le mormore.

La Mormora, o in dialetto calabrese “u gaiuluni”, è un pesce onnipresente nelle spiagge calabre, il periodo migliore per pescarla resta comunque il periodo autunno-invernale, ovvero da ottobre a febbraio, gli orari sono quelli che vanno dal tramonto a gran parte della notte con qualche variazione in base al periodo.

L’ideale sarebbe cercare la mormora al termine di una scaduta, data l’ingente quantità di microrganismi che la mareggiata solleva e di cui la mormora si nutrisce; se questo non è possibile ci si può anche accontentare del mare calmo che sicuramente qualche cattura ci regalerà.

La mormora è un grufolatore, per cui cerca il cibo nella sabbia, da ciò deduciamo che i posti in cui sono presenti le mormore sono caratterizzati da sabbia fine.

Ma come si fa a cercare uno spot ideale?

Innanzi tutto le spiagge della Locride sono prevalentemente sabbiose, quindi sono ottimi spot, se non si conosce il posto si percepisce il fondale guardando la spiaggia che sta sotto i nostri piedi, per un’ulteriore conferma si fa un lancio con un piombo abbastanza pesante e lo si fa strisciare, dal suo andamento capiremo sicuramente il tipo di fondale.

Dalla mia esperienza, il miglior terminale per la pesca della mormora è il genovese, ovvero trave di minimo 2.30 m, diametro 0.35 mm, piombo scorrevole da 70-80 grammi, primo finale a 2.20 m dal piombo agganciato ad una girella fermata da stopper oppure ad un aggancio rapido che ci permetta di rimuovere il finale in modo rapido, lunghezza 50 cm di cui 20 di treccia, diametro 0.18-0.20 mm rigorosamente fluorocarbon, secondo finale sotto il piombo di lunghezza 1.50 m e diametro 0.18-0.20 mm.

Useremo degli ami misura 9-11 a gambo corto preferibilmente con occhiello per far scorrere meglio l’esca (l’arenicola in primis).

Nel caso in cui i granchi non ci permettano di pescare tranquillamente, apporteremo una modifica aggiungendo dei flotterini galleggianti ai terminali.

L’esca migliore in assoluto per la pesca delle mormore è l’arenicola (detto anche napoletano), la inneschiamo grazie all’aiuto dell’apposito ago che deve essere lungo e fine. E’ importantissimo far passare l’ago dalla testa del verme, altrimenti si spezzerà in molti pezzi rendendosi inutilizzabile; anche se non molto riconoscibile, la testa è leggermente più grossa della coda e se la toccheremo si irrigidisce.

Un piccolo trucchetto per prendere il verme dalla scatola senza spezzarlo è quello di aggiungere un po’ di acqua salata e iniziare a scuotere la scatola orizzontalmente, il verme verrà su da solo e lo potremo prendere facilmente.

Innescheremo circa 10 cm di verme ad amo ricordandoci di lasciare penzolante circa 1 cm.

Taglieremo il verme rigorosamente con le dita in modo da non fargli perdere molto sangue.

Un’altra esca molto efficace, grazie alla notevole quantità di sangue che rilascia, è l’americano innescato a pezzetti. Per non fargli perdere molto sangue si deve stimolare, con dei pizzicotti, la parte in cui lo spezzeremo.

Esca molto antica, e di apprezzabile valore è il bianchetto o biancomangiare. Appoggiamo 5-6 pesciolini e li fissiamo all’amo tramite il “filo di aloe” oppure con il filo elastico.

Per selezionare la taglia degli esemplari possiamo innescare con l’apposito ago il bibi vivo, naturalmente facendo attenzione a non bucarlo facendogli perdere il preziosissimo liquido, oppure il cannolicchio (sempre se si riesce a recuperarlo fresco).

E’ molto importante recuperare le canne ogni 10 min circa, per constatare che l’esca non sia stata rovinata dalla minutaglia (solitamente molto abbondante).

Useremo canne sensibili, personalmente preferisco le 70-100 gr di lunghezza 4- 4.20 mt rigorosamente in carbonio. Come mulinelli un buon 5000 va più che bene; lo imbobineremo con un filo dello 0.26 a cui applicheremo uno shock leader dello 0.40 (per le lunghe distanze va bene anche uno 0.20 con shock 0.40).

Cercheremo noi la mormora lanciando una canna (la più leggera) poco dietro la risacca ed un'altra più a largo possibile trascinando il piombo di qualche metro ogni tanto per sondare diverse profondità.

Per quanto riguarda la ferrata e il recupero, la prima non deve essere molto violenta (per non dire che nella maggior parte dei casi non serva a molto), e il secondo non deve essere troppo veloce; questo perché nel caso in cui la mormora non abbia ingerito interamente il boccone, e abbia l’amo nelle labbra rischieremmo di perderla, avendo la mormora una bocca molto delicata.

Cosa resta da fare?

Attendere con pazienza e la mormora non tarderà ad arrivare e a farci divertire …

Tassone Alfonso
Roccella Jonica (RC)
Nick sul forum: alfonso.12

 



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