Oramai ci siamo, il primo marzo si aprirà finalmente la
stagione alla trota ed io, come tutti gli appassionati, non ne vedo l’ora. Già
dall’inizio di gennaio sono in fibrillazione, girovagando per i fiumi Serio e
Brembo, cercando i letti di frega e le eventuali fattrici che hanno espletato la
fregola stagionale.
Devo dirvi che nonostante i vari problemi che i due corsi
d’acqua hanno (prelievi idrici smodati, inquinamenti vari, scavi in alveo più o
meno leciti) ho visto grazie a Dio anche quest’anno alcune freghe interessanti
con relative trote delle quali alcune veramente grosse (4-5 kg).
Difficilmente all’apertura ci sarà la possibilità di avere in
canna trote di tale mole vuoi per la chiarezza e la scarsità d’acqua, vuoi per
l’andirivieni che immancabilmente ci sarà sulle sponde dei vari corsi d’acqua
interessati dall’apertura. Perciò all’apertura punterò si alle selvatiche, ma
non di tale stazza (a quelle mi dedicherò dopo le prime piene primaverili) e
dato che per me l’apertura è un rito, come tutti gli anni mi troverò sul fiume
verso le 5,00 aspettando l’alba in compagnia di qualche amico fidato con cui
condividere l’attesa dell’apertura!
Naturalmente bisogna coprirsi bene perché stare alcune ore
all’addiaccio, magari con 7-8 gradi sotto zero, non è piacevole e si rischia di
far diventare il tutto non più un divertimento ma una sofferenza. Per cui un
occhio all’attrezzatura ma anche e soprattutto al vestiario, che sia termico,
caldo, traspirante, ma che permetta una buona padronanza di movimento così da
agevolare il pescatore nelle varie fasi di pesca.
Inizierò come faccio da anni con le esche naturali. Lo so, è
strano che uno “spinningofilo” come me rinunci al suo stile di pesca ma lo
faccio giusto il giorno dell’apertura, poi il giorno dopo sono già in giro con
la mia fida 2.40 “smanovellando” per ore alla ricerca del grosso esemplare.
Per cui apertura con esche naturali, ma naturali davvero!
Niente camole, o vermi , o uova di salmone da negozio. Io l’apertura da svariati
anni la faccio con i “gatoss” (larve di
tripula) oppure, per variare, con i “portasassi”
(larve di frigianea) larve acquatiche
che raccolgo personalmente nei riali vicini a casa mia e che sono micidiali per
le selvatiche anche perché già predate in natura dalle trote.
Come attrezzatura direi una teleregolabile da 7-8 metri, con
un buon mulinello abbinato che contenga in bobina 100 metri almeno dello 0,16.
Io come montatura uso la corona di varia grammatura in base all’acqua in cui mi
trovo a pescare e su un finale di circa 30 cm lego un amo bronzato dall’otto al
dodici, il resto è la solita attrezzatura che ognuno varia a seconda dei gusti e
dell’esperienza acquisita.
Comunque mi raccomando non facciamo
se possibile inutili stragi sia di novellame che di trote adulte e
nei limiti che la coscienza e l’amore per la pesca ci
impone cerchiamo di trattenere pesci il meno possibile, così facendo
anche noi daremo una mano a far si che il mondo della pesca, già vessato e
bistrattato da prelievi idrici e inquinamenti, non abbia ancor di più a patire
da parte di chi invece dovrebbe salvaguardarlo maggiormente.
Lo so per il neofita o quel pescatore che la maggior parte
delle volte va a casa con il cestino vuoto, non è facile quando cattura un
pesce, anche non di stazza, avere la cognizione di rilasciarlo. Questo l’ho
vissuto anch’io, ma poi evolvendo in tecnica e maturando con l’età mi sono
convinto, inizialmente con titubanza e poi con piacere, che il rilascio è
necessario alla perpetuazione della nostra passione.
Ora durante l’anno trattengo solo esemplari da fotografia in numero limitato per
il consumo mio e dei miei familiari.
Detto questo auguro a tutti un’apertura piacevole e
divertente, un’apertura da ricordare!
Scuri Gianbattista
Membro Club Azzurro e Nazionale Italiana Spinning da riva
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