CARATTERISTICHE
DEL PESCE |
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Il grongo è un pesce
molto simile all'anguilla (appartiene infatti all'ordine degli
anguilliformi)
che può raggiungere in taluni casi dimensioni davvero ragguardevoli
(lunghezza fino ai due metri e peso sui 50 kg). Questo fatto e la prelibatezza
delle carni ne fanno una ricercata preda della pesca sportiva.
Il grongo
predilige i fondali rocciosi, dove trova caverne e anfratti utili come
nascondigli, ma è possibile trovarlo anche all'interno dei porti e sui
fondali sabbiosi. La profondità a cui si può trovare è molto varia: da
pochi metri fino ad alcune centinaia.
Solitamente gli esemplari più grossi
vivono a grandi profondità; da riva catture sui 10 kg sono straordinarie
mentre quelle di esemplari che superano i 3 kg non sono una rarità.
Solitamente di giorno il grongo rimane all'interno della propria tana, mentre
di notte si dedica alla ricerca del cibo. E' un pesce esclusivamente carnivoro
e la sua dieta è fatta di pesci, cefalopodi e crostacei, sia vivi che morti:
l'importante è che siano di buone dimensioni, in modo da placare la sua
proverbiale fame.
DOVE E
QUANDO PRATICARLA |
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Il periodo migliore per pescare i gronghi è
l'inverno.
I mesi che sono più adatti a questo tipo di pesca sono infatti dicembre,
gennaio e febbraio.
I posti migliori dove poter praticare la pesca del grongo sono:
Ma in generale qualsiasi zona di mare vicino agli scogli può andare bene. E'
risaputo che il grongo quando esce dalla tana può compiere anche grandi
tragitti alla ricerca del cibo.
La pesca deve essere condotta esclusivamente di notte;
vanno bene tutte le ore a partire dal tramonto fino alle prime luci dell'alba.
Le stato del mare (calmo o mosso) non condiziona di molto le
abitudini alimentari del grongo ma può condizionare le modalità di pesca
(piombi, lunghezza braccioli, ecc.).
Un fattore importante da tenere presente è
l' assenza della luna. Le notti prive di luna o parzialmente nuvolose sembrano
essere più redditizie.
ATTREZZATURA |
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Canna
L'attrezzo ideale è una canna robusta da fondo o surf-casting di lunghezza sui
4 metri. La rigidità del cimino e la robustezza dell'attrezzo sono fattori
importanti, utili a contrastare la fuga del grongo verso la tana. Un cimino
sensibile non serve: problemi ad avvertire le tocche del grongo non ce ne sono,
solitamente l'abboccata, soprattutto se il pesce è grosso, è molto decisa. Il
problema reale è che spesso il grongo tende ad intanarsi dopo aver mangiato e
se vi riesce portarlo a riva è un impresa. Una canna rigida e robusta può
essere utile anche nei casi in cui si deve issare di peso la preda (coste
rocciose molto alte o nei casi in cui il guadino è troppo piccolo!)
Mulinello
Il mulinello dovrà essere piuttosto robusto e di dimensioni generose in modo da
poter contenere monofili di buon spessore, utili in questo tipo di pesca. Non
servono mulinelli sofisticati con frizioni particolari: solitamente la pesca
avviene a poche decine di metri dalla riva ed inoltre, come già detto, il
grongo va forzato serrando quasi del tutto la frizione.
Monofili
Per realizzare i terminali adopereremo monofili di diametro davvero generoso
variabile tra 0.40 e 0.60 a seconda delle taglia degli esemplari presenti.
Occorre però prestare attenzione al fatto che la bocca del grongo è dotata di
buoni denti ed anche monofili spessi potrebbero non bastare. I denti del grongo
sono infatti capaci di tagliare anche monofili dello 0.50. Esistono due
possibili soluzione per ovviare al problema ma entrambe tendono a ridurre le
abboccate del grongo (non è così stupido come tanti vogliono farci credere).
E' possibile infatti usare come parte terminale un cavetto di acciaio oppure
ricoprire con un tubicino di gomma (lungo circa 10 cm) il monofilo all'altezza
dell'amo. Personalmente preferisco dare più sportività all'azione di pesca ed
uso come filo terminale un buon 0.50.
Ami
Come sempre gli ami dovremo sceglierli in base all'esca utilizzata e alla taglia
dei pesci presenti.
Essendo la sarda l'esca principe per il grongo (vanno molto bene anche i
cefalopodi) ed essendo interessati ad esemplari di tutto rispetto (diciamo sul
kg) la nostra scelta andrà a cadere su ami robusti e di buone dimensioni.
Diversi modelli potrebbero andare bene, uno fra tutti è l'amo tutto-fare Aberdeen della misura
2/0.
TERMINALI |
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La costruzione del terminale per la pesca dei gronghi nei
porti su fondo sabbioso non presenta molte problematiche. L'importante è che
la sarda o il filetto di sarda sia appoggiata sul fondo.
Una montatura che si
presta a questo tipo di pesca è quella detta con il piombo passante, ovvero
si inserisce il piombo direttamente sulla lenza madre e sotto allo stesso si
lega una girella dalla quale dipartirà il terminale, lungo almeno 70-80 cm,
collegato all'amo.
Una versione migliorata rispetto alla precedente (anche se
non indispensabile per questo tipo di pesca), perché il grongo avverte meno il
peso della montatura, è quella che sostituisce il piombo passante con un piombo
che possiede una girella attaccata al suo corpo. Detto piombo verrà collegato
alla girella con moschettone come mostrato in figura:
Se il fondo è roccioso ed il piombo si incaglia con facilità le cose cambiano.
In questo caso sono possibili due soluzioni:
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1) Terminale con piombo a
perdere. Il piombo viene sistemato alla fine della montatura, con l'amo
che si trova al di sopra dello stesso. Per realizzare questa montatura occorrerà
collegare il piombo al terminale mediante un pezzo di monofilo di
diametro di poco inferiore a quello usato per il trave (diciamo uno 0.30).
Lo spezzone così costruito andrà collegato con la lenza madre (usando una
girella con moschettone) in modo che l'eventuale incaglio ci farà perderà
solo il piombo, salvando però il resto della montatura. L'amo verrà collegato con la lenza madre mediante il consueto sistema
nodino - perlina - girella - perlina - nodino.
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2) Terminale senza piombo. Questo tipo di terminale è molto semplice e risulta essere il migliore in
assoluto in termini di catture, in quanto presenta l'esca in modo
completamente naturale. Ha un unico difetto: non è sempre possibile
utilizzarlo, ma si puo' usare solo in condizioni di mare calmo ed assenza di
vento (oppure con vento che soffia alle spalle). La costruzione è semplice,
direttamente alla lenza madre viene collegato con una robusta girella uno
spezzone di monofilo (misura 0.50) di circa un metro al quale legheremo
l'amo. Dopo aver innescato la sarda intera (vedi nota al fondo
dell'articolo) ed assicurato il tutto con il filo elastico la montatura è
pronta per il lancio. Chiaramente il lancio sarà un po' penalizzato dalla
mancanza del piombo, ma l'esca sarà libera di seguire le correnti e quindi più
naturale.
ESCHE E PASTURE |
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Le esche che si possono usare nella pesca del grongo sono
diverse: sardine, acciughe,
cefalotti, gamberi,
calamari, totani,
polpi ma
anche gli anellidi vanno bene.
La cosa importante è che l'esca sia
voluminosa.
La mia preferenza cade sulla sardina in quanto è un esca economica,
facilmente reperibile, auto pasturante e permette diversi tipi di inneschi.
Inoltre il grongo è fortemente attirato dall'odore della sardina e se affamato
può compiere anche lunghi spostamenti alla ricerca di questo prelibato boccone.
Nella pesca ai gronghi la pastura riveste un ruolo
importante. La pastura migliore è quella a base di sardine, anche se
nell'azione di pesca si è deciso di usare altre esche. Una soluzione pratica e
spesso adottata dal sottoscritto è quella di preparare alcune retine (calze di
nylon o meglio retine apposite, non inquinanti, che si trovano in commercio) con
all'interno alcune sardine sminuzzate e dei sassi per favorire il lancio.
L'azione di pasturazione dovrà essere, continua e regolare. Prima di iniziare
la battuta di pesca si lanceranno 2 o 3 retine ad una distanza di 15-20 metri,
per preparare il terreno e poi si continuerà a pasturare lanciando una retina
ogni ora circa. Se il mare è particolarmente calmo va bene anche pasturare
direttamente a sardine intere o usare le pasture già confezionate a base di
sarda (chiaramente quelle adatte alla pesca di fondo).
AZIONE
DI PESCA |
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Una volta giunti sul luogo di pesca,
sceglieremo una zona
dove ci possono essere delle possibili tane, ovvero una postazione vicino a
degli scogli sommersi, cercando però di effettuare i lanci su fondo
sabbioso (se possibile) in modo da facilitare l'azione di pesca.
Un altro
punto buono, se si pesca nei porti, è quello vicino alle banchine dove i
pescatori effettuano la pulizia delle reti. Questa zona sarà sicuramente un
punto di passaggio dei grossi gronghi.
Prima di iniziare l'azione di pesca, dovremo effettuare una pasturazione
preventiva nella zona scelta (lanciando due o tre retine di sardine) e
continuare la pastura ad ogni ora circa.
L'azione di pesca in se è molto semplice. Dopo aver preparato due o tre canne
(dipende dalle condizioni del mare e dall'attività' dei gronghi e della
minutaglia) ed averle riposte sul treppiede o picchetti si attenderà la tocca
del grongo. Solitamente la tocca è molto decisa per cui è meglio lasciare,
durante l'attesa, la frizione completamente aperta.
La ferrata dovrà essere
abbastanza rapida (ricordandosi di chiudere al massimo la frizione) non
permettendo al grongo grossi spostamenti, ma avverrà soltanto quando la lenza
è completamente in bando.
L'azione di recupero del pesce dovrà essere piuttosto rapida cercando di
staccare dal fondo la preda. Il grongo ha la tendenza a rifugiarsi in tana una
volta abboccato e se riesce nell'intento portarlo a riva sarà quasi
impossibile, soprattutto se lo stesso è di buone dimensioni.
NOTE E SUGGERIMENTI |
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A) Modi di
innesco della sardina Una sardina di circa 12 cm (misura ideale per la pesca) puo' essere innescata in
diversi modi. I più comuni sono sostanzialmente tre: sardina intera, innesco
della coda e innesco del filetto rivoltato. Il primo è più indicato per i
grossi gronghi anche se non sempre seleziona la taglia. Il secondo si presta
meglio al lancio ed è il più resistente mentre il terzo è quello senza dubbio
più attirante (ma va cambiato più spesso) e potrebbe anche farci avere delle
gradite sorprese (vedi la spigola o il sarago). Buona cosa durante l'azione di
pesca è cambiare spesso il tipo di innesco in modo da presentare al pesce
sempre soluzioni differenti. Il grongo è un pesce abbastanza lunatico e non
mangia qualsiasi cosa gli viene presentato (alcuni la pensano così ma
sbagliano!). Alle volte funziona meglio la sardina intera, altre la coda e altre
ancora risulta micidiale il filetto rivoltato.
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Sardina intera. Un
ottimo sistema per innescare una sardina intera è quello di sfilare
all'altezza della girella il terminale, trapassare con l'apposito ago la
sarda e collegare all'ago l'asola in modo da poter far scorrere il filo
all'interno della sarda. E' importante lasciare la punta dell'amo scoperta
in modo da facilitare la ferrata.
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Coda della sardina. Per
prima cosa tagliare la coda della sardina alla distanza di circa 4-6 cm a
partire dalla coda. Dopo di che fare un incisione longitudinale di circa 2 o
3 cm dal lato dove è stato effettuato il taglio e riporre l'amo nella sede
creata (in modo da far scomparire il gambo dell'amo ma lasciando la punta al
di fuori). Esistono due varianti di questo innesco. Uno prevede di asportare
la lisca centrale subito dopo avere tagliato la coda rendendo il boccone più
fluttuante e morbido, l'altro presenta la sardina al naturale con la lisca,
in modo da avere un boccone molto resistente. L'ultimo passo è quello di
assicurare il tutto con il filo elastico.
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Filetto rivoltato.
Questo tipo di innesco viene eseguito asportando dalla sardina un filetto di
circa 5-6 cm. Dopo questa operazione il filetto viene appoggiato all'amo
facendo attenzione a tenere la pelle rivolta verso l'interno (e la carne
verso l'esterno). Come al solito occorrerà assicurare il boccone con il
filo elastico.
B)
Costruire un semplice segnalatore
Dato che la pesca al grongo viene effettuata principalmente di notte, un
importante accessorio è il segnalatore luminoso delle tocche. Esistono in
commercio alcuni modelli molto funzionali (vedi quelli della ditta Stonfo, per
esempio), ma è anche possibile costruirli in modo artigianale. Il modello che
andremo a costruire è molto semplice, è composto da un piombo di 15 grammi,
una girella con moschettone, uno star light completo di tubicino di plastica e
uno spezzone di filo di 30 cm. L' oggetto costruito va agganciato direttamente
sulla lenza madre (fra i primi due passanti della canna) in modo da segnalare le
tocche del grongo con il consueto su e giù. Il momento giusto per ferrare è
quando il segnalatore è alto e la tensione è continua. Vedere la figura per
capire come costruire questo indispensabile oggetto.
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