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Introduzione alla Tecnica di Pesca a Surf Casting
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Testo di  n.d.
Fotografie di  n.d.
Data Pubblicazione  09/10/2005
 • Caratteristiche
 • Dove e Quando Praticarla
 • Attrezzatura
 • Prede
 • Esche Indicate
 • Terminali
 • Azione di Pesca
 • Note e Suggerimenti
CARATTERISTICHE

Il Surfcasting, è una tipologia di pesca, che si pratica sulla spiaggia, d’inverno, durante o alla fine delle mareggiate.
Le condizioni meteomarine devono avere queste caratteristiche, in aggiunta, sempre o quasi sempre è preferibile impostare la battuta, in modo da pescare di notte (la classica nottata), poiché è durante il buio che alcune delle prede più importanti sono in movimento.



Il fondale sabbioso, preferibilmente di sabbia di grana fine, nasconde dalla fine dell’estate e per i mesi susseguenti, tutta una serie di microrganismi e di nutrimento che attrae i pesci grufolatori, ( cioè che mangiano sul fondo) e i predatori ( che mangiano anche a mezz’acqua ed in superficie). E’ di chiara evidenza che la mareggiata o comunque un moto ondoso sostenuto, facilità il rimescolamento del fondale e “mette a disposizione” delle nostre prede il loro nutrimento.


DOVE E QUANDO PRATICARLA

Dicevamo della spiaggia, è fondamentale conoscere il campo di pesca dove si è deciso di effettuare la nostra uscita, io preferisco andare di persona, in estate, con maschera e pinne alla scoperta dei fondali delle spiagge che ritengo poi di dover affrontare d’inverno, l’ispezione estiva dà delle indicazioni, che però vanno valutate anche a seconda dei cambiamenti che le stesse mareggiate impongono ai fondali, in poche parole è necessario conoscere più informazioni possibili che vanno poi però, confrontate con l’osservazione dei fenomeni e delle situazioni che il mare mosso ci restituisce.

La pratica è la miglior maestra, alcune indicazioni però vi possono essere utili.
Prima cosa da fare è sedersi su una duna o comunque sulla spiaggia e osservare con attenzione il movimento delle onde. Poi è necessario individuare le zone dove è più probabile che ci sia il passo dei pesci, ed infine bisogna “contare” le onde, e cioè verificare in un minuto quante volte l’onda si frange sulla battigia, a seconda del numero (vi indicherò una tabella) è possibile capire qual è la forza del mare, e qual è la tendenza della mareggiata, con osservazioni a distanza di un’ora dall’altra.

La Tabella delle onde a salire è indicativamente questa:

Da 1 a 4-5 :: mare calmo o quasi :: tornate a casa e lasciate libera la spiaggia per il beach ledgering
Da 5 a 9 :: mare leggermente mosso o mosso :: si inizia a ragionare, preparate l’attrezzatura
Da 9 a 13 :: questo è il nostro mare, lanciate tutto quello che potete in mare
Da 13 a 18 :: Surfcasting pesante, è cioè per pochi, molto preparati tecnicamente e fisicamente, ed anche con un’attrezzatura idonea
18 :: al limite del possibile, i piombi da 200 grammi grappinati te li risputa in faccia!
Oltre 17-18 :: correte a casa che la minestra è pronta!

La Tabella delle onde a scendere è indicativamente questa:

Vale la stessa tabella precedente ma con un’indicazione in più:
Se dall’osservazione vi rendete conto che il moto ondoso scende da valori di 14-15 a 12-13 quella è la condizione ideale, significa che è in atto una scaduta, che tutta la catena alimentare si è messa in moto, occhio ai cimini!

Per capire il Settore Migliore rispetto ad un altro della stessa spiaggia, dovrete osservare come e dove si frangono le onde, cioè:

più il fondale è profondo e meno le onde si rompono (cavalloni), quindi se davanti a voi il mare non crea cavalloni e alla vostra destra e alla vostra sinistra sì, significa che in quel momento la postazione davanti a voi è più profonda rispetto ai vostri fianchi, e quindi è potenzialmente un canalone, dove è più facile che si possa incontrare una preda.
Se poi il frangente è solo uno e si rompe fragorosamente sulla battigia, gran parte delle prede pascola al suo interno.

Il moto ondoso non è sempre uguale, la Mareggiata Cambia la Conformazione del Fondale e della Spiaggia stessa.
Si formano anche i settori paralleli alla spiaggia, che con una coincidenza di fattori ( tra cui il fattore 16), porta, lanciando dopo il primo frangente, ad avere la posizione ideale.
Ed ancora, ci sono una serie di “postazioni” alternative, vuoi per le condizioni meteomarine avverse, vuoi per necessità esterne ( qualche kilometro da fare a piedi), possono essere impiegati per portare a termine una pescata e sono: le punte, dove è possibile trovare ancora qualcosa a fine mareggiata, i settori misti con scogli in mezzo a chiazze di sabbia (attenti che è difficile), o ancora ed anche per scelta le foci dei torrenti o fiumi, o dietro promontori, se la mareggiata è ancora troppo forte.


ATTREZZATURA

Per portare a termine una battuta di Surfcasting, serve portare con se, una serie di attrezzature ed accessori, dai quali non si può prescindere:

Le canne e i mulinelli :: e vorrei vedervi lanciare senza
Picchetti porta canne :: io li preferisco ai cavalletti, sono più pratici e maneggevoli
Zaino con le seguenti cose :: luce da testa, con batterie sufficenti, le luci chimiche da mettere in cima alle canne di notte (Starlite), i terminali, cioè gli ami già legati con monofili dal 0,35 in su; io preferisco portare solo gli ami già montati, con un monofili lungo circa 50 cm, poi all’occorrenza posso decidere di accorciarli nel momento del bisogno.
Una sedia comoda, ( e lì viene fuori che sono romano), un piatto porta esche che vi faciliterà il lavoro sia di scelta che di innesco, gli aghi per montare le esche sugli ami, (indispensabili), e poi tutti i generi di prima necessità a livello alimentare, con preferenza a cose nutrienti e leggere.
Io mi porto sempre cioccolato, uova sode e frutta, così state a posto, ma in passato per le uscite in calabria, si è arrivati anche a comprare 5 kg di salsicce e a cuocerle sulla spiaggia.

Ma ricordate sempre e dico Sempre, la spiaggia quando andate via deve essere più pulita di quando siete arrivati, è fondamentale il rispetto della natura, dei luoghi dove siete ospiti e delle popolazioni indigene, ( in calabria è un consiglio d’oro), poi se vi prendono a calci nel culo hanno ragione e non vi lamentate, vi avevo avvisato.

Poi l’abbigliamento è importantissimo, ormai la tecnologia ci mette a disposizione materiali eccellenti, fate voi, ma ricordatevi che il freddo fotte anche i lupi di mare, e che la lana in testa serve ancora, poi la pioggia è fastidiosa, quindi impermeabilizzatevi meglio possibile.

In ultimo, se volete essere miei amici, e io ne sarei felice, la grappa non deve mancare mai, a partire dalla Nardini Riserva in su, non vi presentate con la libarna o la bocchino che poi vi dico due cose ....


PREDE

Tutte ....
Saraghi, Spigole, Orate, Mormore, etc,  più le sorprese che non sto a dirvi sennò che sorpresa è ....


ESCHE INDICATE

Saraghi :: anellinidi, verme di rimini, americano, e mitili come le cozze o i fasolari
Spigole :: trancio di sarda, trancio di muggine, verme di rimini, americano, piccoli cefalopodi, esche vive come mugginetto e anguilline
Orate :: bibi, cannolicchi, cozze, fasolari, vermi in genere (più difficile)
Mormore :: ma chi l’ha detto? O-K c-o-m-e s-o-p-r-a


TERMINALI

I terminali da surfcasting, sono, secondo me, solo tre: il Paternoster, il Long Arm, lo Short
Adesso vediamoli e capiamo anche le leggere varianti di ognuno

Il Paternoster
Veloce, sicuro è il terminale da turbolenza per eccellenza, si può variare la lunghezza dei finali a secondo la forza del mare più il mare è forte più si devono accorciare a partire da 50 cm ad arrivare a 20 cm

Il Long Arm
E’ il terminale dell’attesa, principe per le orate è comunque un terminale assassino, si cela benissimo, è lungo ed anche molto lungo (variante Diellea) con un sugherino a metà lunghezza, e lungo o molto lungo (variante Ciao-Ciao) con un sugherino vicino all’amo

Lo Short
E’ il terminale da me preferito, si adatta benissimo a qualsiasi situazione in special modo nella media turbolenza, è adattissimo al lancio lungo con montato un bait-clip ( il ferma esca sul trave, che fate quella faccia, e che ho detto!), varianti possibili lo short rovesciato, cioè con amo attaccato al trave da sotto, (vicino al piombo)


AZIONE DI PESCA

E qui son guai, l’azione di pesca è la nostra anima; quello che siamo, lì, viene fuori, non ci sono maschere, non ci sono belletti, non è possibile barare, la nostra azione ci riconosce e ci svela, a noi stessi prima che ad altri, quello che hai dentro devi manifestarlo in quei momenti.

L’azione di pesca inizia una settimana prima dell’uscita, a come sorridi agli sfottò, come prepari lo zaino, a quello che sogni di catturare, a come scegli tutto quello che ti servirà, a come il tuo animo è pronto alla notte invernale, a come reagisci alle tue paure, a come resisti al vento e agli spruzzi in faccia, ed infine a quello che combini durante la pescata vera e propria, questi sono i passaggi che dopo anni di uscite ho scoperto e che seguo alla lettera e che mi hanno sempre dato qualche soddisfazione e nessun problema, io mi comporto cosi’.

Arrivo sulla spiaggia prescelta, conosciuta e studiata, mi siedo con calma (anni di esperienza per avere calma quando si arriva e non farsi prendere della smania di lanciare subito in acqua le esche e pure gridando!), guardo, respiro e ascolto, le onde quante sono?, da dove arriva il vento?, da destra o da sinistra o in faccia, cosi saprò prevederlo al momento dei lanci (attenti alla pancia del filo), c’è un canalone? O magari un settore parallelo?, quanto lo faccio lungo il finale? Ok mi sposto e seguo la spiaggia fino ad un settore che “sento” essere buono, allora e solo allora apro il porta canne ed inizio a montare l’attrezzatura.

Montate le canne, i finali sullo shock-leader ( è un trave di circa il doppio della lunghezza della canna o poco più di spessore dello 0.60-0.70 che serve per resistere allo shock del lancio con piombi di circa 150 gr), innesco le esche, e faccio lo stesso per tutte le canne, poi terminato il tutto le lancio una dopo l’altra nelle direzioni prescelte e alla distanza .... che sono in grado di raggiungere (attenti capitolo a parte, leggetevi il breve excursus già pubblicato), alla quale mi sono allenato e preparato, e che non sempre è quella che sarebbe necessaria.


NOTE E SUGGERIMENTI

Note più che suggerimenti,  poiché conosco molto bene, cosa scatena uno che arriva e si mette a dare suggerimenti, ognuno è, o crede di essere, in grado di gestire alla sua maniera il discorso Surfcasting, e in parte è pure giusto, ma l’esperienza serve ed insegna, anche se l’esperienza non è bravura.
 



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