CARATTERISTICHE |
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Lo Spinning è una tecnica di pesca basata sul concetto di esca artificiale e
su due soli gesti: il lancio e il
recupero. Il termine deriva dal verbo
inglese "to spin" (girare) e fa riferimento al movimento del mulinello.
L'esca artificiale durante il recupero imita il nuoto di un pesce in
difficoltà, il cui moto attira l'attenzione del predatore che è il vero
obbiettivo di chi pratica questa tecnica.
L'aggressività e la competizione alimentare sono i motivi che spingono i
predatori ad attaccare le nostre esche artificiali.
Lo spinning è una tecnica di pesca difficile ed avara di soddisfazioni, ma al
tempo stesso affascinante e con diversi aspetti positivi. Da un lato l'elevato
numero di cappotti e la difficoltà iniziale ad effettuare delle catture la
rendono una pesca non adatta a tutti, dall'altro il dinamismo dell'azione di
pesca, la possibilità di catturare prede importanti e soprattutto la praticità
"non è necessario acquistare esche fresche e preparare pasture inoltre non
servono elaborati terminali" la rendono molto appetibile.
In questo articolo introduttivo prenderemo in considerazione solo quello che
viene comunemente chiamato "spinning medio"
(esiste anche lo spinning leggero,
pesante e quello praticato con zavorre aggiuntive: ad esempio bombarde o bulrag) ovvero quello che si effettua con artificiali da 7-12 cm aventi peso
di circa 10-20 grammi.
Con artificiali di questo tipo si possono affrontare la maggior parte delle
situazioni e le prede tipiche delle nostre acque.
DOVE E
QUANDO PRATICARLA |
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Sostanzialmente in tutti quei posti dove sono soliti stazionare i piccoli
pesci (cefali, acciughe, salpe, zerri etc) che sono la principale fonte di
sostentamento dei predatori.
Per questo motivo gli "hot-spots" sono le foci dei fiumi (i quali possono
essere risaliti anche di qualche km) e i porti.
In generale però anche le scogliere e i lunghi moli sono posti da non
sottovalutare.
I mesi migliori sono quelli autunnali perché in questo periodo i predatori si
avvicinano di più a riva. In generale però questa tecnica può essere praticata
tutto l'anno.
Tutte le ore sono buone ma i risultati migliori si ottengono nel "cambio di
luce" ovvero all'alba e al tramonto. Sono da tenere in considerazione anche le
giornate nuvolose e la notte, che alle volte può regalare gradite sorprese.
I veri esperti si dedicano a questa tecnica solo quando le
condizioni
meteo-marine sono più propizie, ovvero quando il mare è mosso e le acque sono
torbide.
Personalmente considero lo spinning una filosofia di vita e pertanto lo
pratico sempre non appena posso, indipendentemente dall'ora e dalle condizioni
marine.
ATTREZZATURA |
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L'attrezzatura riveste un ruolo fondamentale; chi pratica lo spinning lo sa
bene e possiede diverse canne, diversi mulinelli e una riserva quasi infinita
di artificiali.
Il vero patito ha (quasi) una canna diversa per ogni tipo di predatore,
condizione specifica del mare, tipologia del luogo di pesca e peso
dell'artificiale che intende utilizzare.
Sicuramente non è il caso di esagerare. Per il momento considereremo solo
una dotazione minimale adatta al nostro obbiettivo: lo spinning "medio".
Ci serviranno quindi: una
canna, un mulinello, del
buon filo di nylon (alcuni
preferiscono il trecciato), alcune girelle specifiche per lo spinning (ottime
quelle della rapala), cavetti d'acciao (da utilizzare solo per predatori con
denti molto taglienti, ad esempio barracuda e pesci serra), un
capiente
guadino e una buona scorta di artificiali.
Anche l'abbigliamento e le scarpe rivestono un ruolo importante, in
particolare queste ultime che devono essere rigorosamente "anti-scivolo",
visti i continui spostamenti su terreni dissestati.
Cominciamo con la canna. Per iniziare a praticare questa disciplina è sufficiente una canna,
telescopica o a due pezzi, sui 3 metri di lunghezza e con potenza di lancio
10-30 grammi, meglio se specifica per lo spinning ma anche una generica può
andare bene.
Alcune marche che producono strumenti di ottima qualità, sono ad esempio la
Shimano, la Tecnofish e la Milo.
Un modello a due pezzi che oltre ad avere le caratteristiche richieste ha
anche un ottimo rapporto qualità prezzo è la Shimano Nexave SNEXAX300MH
(esiste anche la corrispettiva telescopica).
Il mulinello dovrà essere piuttosto robusto per resistere alle continue
sollecitazioni dovute al gran numero di lanci e recuperi e di dimensioni
abbastanza generose in modo da poter contenere almeno 200 metri di buon nylon
dello 0.25/0.28. Questo diametro è più che sufficiente visto che la taglia
media dei predatori che andremo ad insidiare non sarà quasi mai eccessiva e
compresa tra 1 e 3 kg di peso.
Anche il rapporto di recupero del mulinello è importante, direi che un
mulinello con un rapporto di 5:1 è l'ideale.
La mia preferenza cade su mulinelli non troppo piccoli e resistenti come ad
esempio: AS 3 F Abu garcia, Super Aero 4000 F shimano, FIGTER 4000 Lineaeffe.
PREDE |
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L'obbiettivo della pesca a spinning è chiaramente il predatore anche
se poi durante una battuta di pesca può capitare di prendere veramente
di tutto.
Personalmente con un piccolo minnow ho preso un cefalo di oltre un kg,
ed inoltre mi è capitato di vedere prendere saraghi, grosse salpe e
perfino un orata (forse se non fossi stato presente non ci avrei creduto
...).
I predatori che si possono incontrare in una battuta di pesca a spinning
sono molti, dai più piccoli (qualche etto) fino a quelli più grandi (varie
decine di kg).
Tra i migliori clienti troviamo senza dubbio i barracuda e i
pesci serra;
pesci di provenienza tropicale che stanno aumentando notevolmente nelle
nostre acque.
A ruota seguono "le lunatiche" spigole e le
lecce che spesso portano i
loro attacchi sotto riva, soprattutto in prossimità delle foci.
Tra i predatori più piccoli forse gli unici che meritano una pesca
specifica sono i sugarelli e le
occhiate. Alle volte può anche capitare di
allamare aguglie, tracine e rombi, ma è più raro.
Oltre a queste specie, ce ne sono tante altre, tra cui il
dentice,
la lampuga, il tombarello, la
ricciola di branco e la
cernia.
In sintesi, tutti i predatori che si avvicinano alla costa possono
essere potenziali nostre prede.
Non bisogna sorprendersi quindi se oltre ai pesci, ci capiterà di allamare
anche cefalopodi (polpi, seppie o calamari); anche loro rientrano tra le
specie che subiscono il fascino dell'artificiale.
ARTIFICIALI |
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Esistono diversi tipi di artificiali. In quest'articolo prenderemo
in considerazione solo quelli che si possono utilizzare senza zavorra
aggiuntiva.
Eescludiamo quindi piumine, raglue e minnows dal peso
inferiore a 6/7 grammi.
Gli artificiali più venduti, forse perché più semplici da usare sono i
minnows tradizionali, ovvero dei "pesciolini" costruiti in materiale
plastico o balsa muniti di paletta.
Ne esistono di diversi tipi e forme e si distinguono in
"floating"
(galleggianti) e "sinking" (affondanti).
I primi solitamente si
muovono in prossimità della superficie mentre i secondi nuotano più in
profondità.
Esistono anche i "deep runner" muniti di una grossa paletta che sono in
grado di raggiungere profondità maggiori.
Un altra categoria di minnows che ultimamente è
molto apprezzata è
quella dei "walking the dog". Questi minnows non hanno paletta e
durante il recupero rimangono completamente a galla.
Per avere buoni risultati occorre impartire con la punta della canna
dei repentini cambi di direzione (le prime volte non è semplice,
occorre un po' di pratica) in modo tale che l'artificiale compia un vero
e proprio zig-zag in acqua.
I Poppers, il cui nome deriva molto probabilmente dall'onomatopeia
pop-pop-pop "rumore prodotto dall'artificiale durante il recupero",
sono definiti da molti come la categoria più redditizia.
Hanno la testa concava che fa attrito con l'acqua, rimangono a galla,
non hanno nessun tipo di paletta e quando vengono recuperati a grande velocità compiono degli schizzi che risultano essere irresistibili per
i predatori.
I cucchiaini ondulanti sono invece degli artificiali costruiti in metallo
che grazie alla loro forma fusiforme e ai loro riflessi riescono ad
assomigliare, durante un recupero veloce, a piccoli pesci in fuga.
Ne esistono di varie forme e vari colori, pur essendo gli artificiali più
vecchi (sono stati i primi artificiali a comparire sul mercato) e da
alcuni snobbati, a mio parere si difendono ancora.
Sono sicuramente
meno catturanti dei minnows ma si rivelano indispensabili in certe
situazioni particolari. Con mare molto grosso, in mezzo alla schiuma e in
condizioni di forte vento frontale sono forse l'unica soluzione per
tentare di prendere qualche pesce.
Inoltre, dato che raggiungono anche pesi ragguardevoli (40-50 gr) possono
essere usati per sondare tratti di mare a lunga distanza dalla costa.
TERMINALI |
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AZIONE DI
PESCA |
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Lo spinning è una tecnica di pesca faticosa dove pazienza e continui
spostamenti sono componenti indispensabili.
La regola principe è
solo una: movimento continuo.
Una volta giunti sul luogo di pesca, preferibilmente vicino a un porto,
dentro o sulla foce di un fiume, sceglieremo una zona con acqua abbastanza
profonda.
Cinque o sei lanci sono sufficienti, poi se non si scorge nessun
segnale di presenza di predatori si cambia posto avanzando di una decina
di metri.
Bisogna prestare molta attenzione ai segnali: i predatori quando sono in
caccia sono facilmente avvistabili.
Piccoli pesci che saltano fuori dall'acqua, gabbiani che volteggiano
nell'aria, vere e proprie mangianze sono tutti segni inequivocabili della
presenza di un branco di predatori.
Altra regola importante è quella di cambiare spesso l'artificiale.
Personalmente dopo una trentina di lanci senza successo effettuo il cambio.
Il recupero dell'artificiale va condotto a canna bassa e variando spesso
la velocità. E' buona regola effettuare dei recuperi lenti alternati
ad alcuni più veloci.
Talvolta è redditizio (anche a seconda dei predatori che si vuole
insidiare) fermarsi per poi imprimere un'accelerazione brusca.
Questo comportamento "strano" dell'artificiale sembra irritare i predatori
fino a spingerli ad attaccare.
Dopo la ferrata inizia la parte difficile. A seconda del
tipo e della grandezza del predatore occorre comportarsi in modo
diverso.
Se dall'altra parte del filo abbiamo per esempio un barracuda o un
pesce serra allora bisogna cercare di concedere poco filo e tentare di
conclude il combattimento, forzando un po' il pesce, il prima possibile.
Se invece abbiamo in canna una spigola la cosa migliore da fare
è alzare
il cimino della canna e cercare di portare a galla la preda. Una
volta in superficie, la regina perderà quasi tutte le forze arrivando così docile docile a guadino.
Se invece abbiamo la fortuna di aggancare una grossa leccia o una
ricciola la strategia è completamente diversa. Conviene "giocare" di
frizione e provare a stancare il pesce.
Chiaramente quelle indicate sono indicazioni di massima, spesso non
condivise da tutti i pescatori.
NOTE E
SUGGERIMENTI |
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Occorre avere tanta pazienza ed avvicinarsi a passi
molto lenti a questa meravigliosa tecnica. Se poi il numero di capotti inizia ad
essere eccessivo occorre non scoraggiarsi troppo e provare a cambiare tecnica di
pesca per un po' di tempo.
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Assolutamente non comprare un infinità di
artificiali. Per iniziare qualche minnows tradizionale di una buona marca e un
paio di poppers sono sufficienti. Occorre ricordare che il pesce viene ingannato
dall'abilità pescatore e non soltanto dal minnow.
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