Continua con questo articolo una
serie dedicata alla realizzazione di esche artificiali, in particolare minnow,
in maniera artigianale con tecniche del tipo fai da te, che chiunque potrà
seguire agevolato da una precisa descrizione delle procedure supportate da
immagini e fotografie delle varie fasi di lavorazione.
In questa sezione saranno riportati i
passaggi in sequenza, correlati da fotografie per la realizzazione di minnow
artigianali, semplici, popper, snodati, etc.
Premetto col dire che sono un pescatore che durante l’inverno si diletta nella
realizzazione di tali esche, per cui sicuramente ci sarà qualcuno con più
esperienza di me. Qualora stesse leggendo, potrebbe trovare l’articolo monotono
o semplice, esso infatti è rivolto a coloro che vogliono iniziare o per chi
necessita di qualche consiglio o astuzia.
Naturalmente scambio volentieri opinioni, consigli, confronti e correzioni con
chiunque voglia darne, per aiutarsi ma soprattutto per arricchire il proprio
bagaglio di esperienze.
Come i consigli anche le critiche sono accettate di buon grado.
Questo tipo di minnow galleggiante, andrà a cercare trote e
cavedani in ambienti naturali, e non troppo aperti. Per tanto avrà colori poco
appariscenti ma chiari e semplici. L’attrezzatura sarà leggera in quanto il peso
dell’artificiale è assai ridotto per via del materiale. Ideale da lasciarlo
derivare sulla corrente per farlo poi entrare in azione laddove non si riesca a
giungere con un lancio, es. sotto le fronde di un ramo piegato verso l’acqua.
1°FASE: LA SAGOMA
Fig. 1
Si parte da un pezzo di legno, preferibilmente
balsa (in foto vi è un altro legno morbido),
lo si intaglia con un coltellino o un taglierino fino ad ottenerne una bozza del
finto pesciolino (Fig 2)
Fig. 2
Successivamente con della carta vetro levigheremo il corpo
dell’artificiale (Fig 3). E’ possibile creare delle scanalature che riportino
alle branchie con il coltellino, ma non è indispensabile.
Fig. 3
Nota Bene
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E’ preferibile tenere un campione
davanti di un minnow originale da usare come modello, almeno le prime volte.
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Quando si incide il legno nel verso
delle venature può capitare che si spezzino dei pezzi irregolari e non voluti.
Se si è all’inizio non crea problemi, come nella seguente Fig 4, altrimenti il
nostro minnow sarà da buttare
Fig. 4
2° FASE: L’ANIMA
Fig. 5
Con un seghetto da legno tagliamo il minnow in sezione,
partendo dal ventre e fermandoci sull’ipotetica linea che va dalla testa alla
coda dell’artificiale (Fig 6).
A questo punto dobbiamo già sapere se il nostro artificiale avrà una paletta
normale, quindi quasi perpendicolarmente rispetto all’asse del corpo (come si
nota in Fig 5), oppure da
profondità, in cui essa sarà inclinata a piacere, questo dipenderà dagli
ambienti da noi frequentati e dallo scopo ricercato. Consiglio la paletta in
figura, fa entrare l’esca in movimento più in fretta. Applicheremo così un
taglio alla gola del minnow.
Fig. 6
L’anima (Fig 5) verrà ricavata da dell’acciaio armonico, le
dimensioni dovranno essere prese direttamente dall’artificiale per non
sbagliarsi.
Costruiamo così l’anima che avrà un occhiello in testa e uno
in coda.
Per alcuni artificiali a seconda della lunghezza possiamo averne uno intermedio
(ricordiamoci che le ancorette tra loro non dovranno toccarsi se ripiegate l’una
verso l’altra).
L’acciaio verrà piegato con delle pinze, consiglio quelle con
becco a punta. La forma possiamo anche dargliela facendo girare l’acciaio
intorno a dei chiodi piantati su di un legno.
Fisseremo l’acciaio al minnow prima incastrandolo, poi
stuccando lungo la fessura, senza però superare il taglio della paletta, in modo
che rimangano le fessure della testa ancora libere.
Nota Bene
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L’acciaio armonico è resistente ma
se lo piegate 4 - 5 volte a destra e a sinistra si spezza, quindi se l’avete già
stortato più volte con le pinze cambiate il pezzo di metallo.
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Al posto dell’acciaio armonico si
possono usare anche le graffette, unico inconveniente è che con il tempo si
arrugginiscono e diventano più deboli (1anno circa ). Ho già rifatto alcuni
minnow per questo motivo. Il rendimento e la resistenza agli attacchi dei pesci
è lo stesso, ma non a distanza di tempo.
3° FASE: LA PALETTA
Fig. 7
La paletta verrà ricavata da della plastica, possiamo
prenderla da scatole di cioccolatini, bottiglie, involucri di parti elettroniche
o simili (tipo cover o porte USB, per esse usano plastica più rigida per
proteggerli, e nello stesso tempo elastica quanto basta).
Sconsiglio plastiche rigide, che anche se più resistenti, si
spezzano più facilmente agli urti. Inoltre sono più difficili da lavorare.
Vanno benissimo le bottiglie da 1/2 litro di coca-cola, in
quanto hanno dei rilievi a ferro di cavallo con lo scalino giusto, se tagliate
in modo che lo scalino non sia eccessivo sono una bomba! (usata in questo
minnow).
Modelleremo la plastica con un paio di forbici ripassando i
lati con la carta a vetro per rendere il tutto più tondeggiante e per modificare
ulteriori imprecisioni. Per le dimensioni potete far riferimento ad un minnow
originale, o vedete un po’ voi.
La paletta verrà fissata dapprima con dell’Attack, così trovata la posizione a
noi consona lo stucco unirà il tutto al legno.
Così chiuderete le fessure rimaste sempre con il medesimo facendo attenzione a
non ostruire gli occhielli, ma chiudendo le aperture con l’interno (soprattutto
dove escono le parti dell’anima, più fragili) (vedi Fig 7).
A questo punto basta levigare con della carta a vetro lo
stucco eccessivo sulla superficie del minnow. Abbiamo così ottenuto l’esca
grezza.
Nota Bene
4° FASE: COLORAZIONE E RIFINITURE
Al minnow spoglio applichiamo due quadratini di carta
stagnola laddove dovrebbero esserci gli occhi (Fig 8), attaccandoli con un po’
di attack.
Successivamente daremo il colore di fondo argento, oro (Fig 9), per imitazioni più naturali o altri a piacere.
Con il colore lasceremo la stagnola a forma circolare (Fig 10), l’occhio può
benissimo essere realizzato con un colore bianco.
Da notare che la stagnola in acqua emetterà luccichii che
attirano i pesci da distanza
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Fig. 8 |
Fig. 9 |
Per la colorazione si possono usare tempere acriliche (come
nelle foto) oppure di gran lunga più serio l’aerografo.
Terminata la colorazione daremo uno strato di vernice impermeabile (flatting)
sul minnow, così che rimanga più lucido, ma soprattutto così che il legno non
marci e i colori non inquinino.
Terminato il tempo in cui asciuga la vernice (10-16 ore il
flatting), metteremo due anellini negli occhielli in cui verranno
successivamente messe anche le ancorette, entrambe dovranno essere dimensionate
al minnow.
Con dei pennarelli a punta fine e inchiostro indelebile possiamo apportare qualche modifica all’aspetto,
colorando gli occhi e quant’altro, non dimenticate la vostra firma.
Ecco finito il nostro artificiale pronto per essere provato (Fig 10).
Fig. 10
In bocca al lupo
5° FASE: OSSERVAZIONI E COLLAUDO
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Asciugata la vernice negli snodi
dell’esca le parti in acciaio saranno appiccicate, bisogna farle muovere un po’
e magari scrostare con il coltellino la vernice su di esse, comunque dopo una
sola uscita dovrebbe muoversi liberamente.
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Se il minnow “vibra”, ma tende da un
lato allora dovrete stortare l’occhiello anteriore un po’ dalla parte opposta.
Attenzione a non stortarlo troppe volte di quì e di là, altrimenti si potrebbe spaccare e siete fregati.
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E’ possibile che non vibri proprio,
in questo caso si ritaglia la paletta andando a tentativi, senza mai toglierla
tutta, così da poterne attaccare una nuova sulla parte rimanente della vecchia,
altrimenti si pratica nuovamente l’incisione sottogola e si ripete tutto.
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Se proviamo il minnow in torrente e
vediamo che funziona non stupiamoci se poi in acque ferme si muove male, è un
imperfezione. Ora, se vogliamo si potrà usare solo in acque correnti o modeste,
altrimenti bisogna ribilanciarlo con una paletta differente.
Questo minnow è stato provato ed ha proprio questo difetto, pertanto sarà usato
solo in torrente o in acque con corrente modesta, ma non ferma.
Difficilmente succede il contrario, cioè se vibra correttamente in acque ferme
andrà bene anche in corrente basterà tener una trazione costante su di esso.
PROVARE PER
CREDERE
… funziona! Uno dei risultati più
appaganti per chi si costruisce artificiali, una modesta selvaggia (21cm) ha
attaccato l’artificiale al primo lancio, in un fondo lama di un torrente
montano.
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