Era finalmente arrivato il sabato, unico giorno da dedicare
interamente alla pesca. Gli amici mi avevano confermato che in Costa Azzurra le
mormore stavano "entrando". Gary (un gran surfcaster della zona) mi confidò che la sera prima aveva fatto un bel carniere e che anche i suoi amici avevano fatto un ottima pescata di mormore. Ero teso come una corda di violino, preparai le montature e mi diressi a comprare le esche. Volevo impostare la pesca sulle mormore per cui comprai diverse scatole di arenicola e americani.
Proprio prima di partire decisi di prendere con me anche alcune sardine surgelate: anche quando vado per mormore mi piace lasciare una canna con la sardina, magari intera, non si sa mai. Al momento della partenza non sapevo ancora che quel "sacchettino" surgelato mi avrebbe salvato la serata.
Erano quasi le 20 quando arrivai a Cannes in compagnia di Betta, la mia compagna di pesca
nonchè fidanzata. Mi diressi nel mio posto preferito, quasi al confine con la vicina Mandeliu, e con disappunto notai che era
già occupato da un francese. Provai ad andare a vedere un pò più in la, proprio davanti a Cannes, ma i posti erano
già tutti occupati. Dedussi che le mormore stavano proprio "entrando"; c'erano troppi pescatori rispetto al normale. Tornai quindi indietro verso Mandeliu e mi posizionai all'uscita di un piccolo torrentello proprio davanti allo stabilimento dell'Alcatel. Era la prima volta che mi mettevo
lì, ma confidavo nel fatto che tutta la baia di Cannes e' buona.
Avevo portato con me come al solito cinque canne, feci le montature e circa dopo venti minuti tutte erano in pesca (vedi foto di repertorio che illustra come si presenta l'arenile di Cannes-Mandeliu). Avevo scelto per tutte le canne la stessa montatura. La mia preferita, ovvero quella detta a "piombo passante con girella" e le avevo innescate ad americano e arenicola. Sull'ultima decisi di innescare un pezzetto di sardina rivoltata, interponendo tra girella e amo un piccolo flotterino.
Era passata circa una mezz'ora da quando avevo effettuato i primi lanci ed i segnalatori riposti sulla lenza madre non avevano ancora dato segni di vita. Decisi di recuperare, e sulla canna a sardina ebbi una sorpresa: la sardina era stata quasi completamente mangiata, anzi pareva come fosse stata succhiata.
Strano il segnalatore non si era nemmeno mosso. Sistemai le esche, sostituii la sardina e rimisi il tutto in pesca in attesa delle tocche.
Erano quasi le 21, il buio iniziava ad avere il sopravvento
così decisi di rivedere le esche un altra volta. L'arenicola e gli americani non erano stati neanche toccati: del filetto di sardina neanche l'ombra. Pensai alle boghe o occhiatine, ma mi sembrava strano che mangiassero solo la sardina, disdegnando bocconi ben
più prelibati. Sistemai le esche e aspettai altri 10 minuti. Volevo vedere la sardina, recuperai e come le prime due volte mi accorsi che il filetto era scomparso.
Iniziavo ad innervosirmi ma una doppia tocca sulle canne ad arenicola mi fruttarono le prime due prede della serata. Una boga e un occhiata si erano fatte tentare dal prelibato boccone. Non erano mormore ma almeno avevo salvato il "cappotto". La decisione di aggiungere due flotterini sulle canne ad arenicola aveva dato i suoi frutti.
Cambiai ancora una volta la sardina e questa volta decisi di tenere in mano la canna. Lanciai e rimasi immobile nell'attesa delle tocche. Appena lanciato sentii come un tremore sulla canna, non era proprio una vera tocca, assomigliava di
più ad una leggera trazione. Decisi di ferrare e capii di avere agganciato lo strano "pesce". Non era piccolo e opponeva una bella resistenza. Iniziai a recuperare, la frizione slittava. Dopo un po' la sagoma argentea
iniziò ad intravedersi nel buio. Betta esclamò è un branzino! Mi sembrava strano, tirava in modo irregolare ed opponeva una bella resistenza. Lo avvicinai di un paio di metri e ... successe l'irreparabile, lo strano pesce si
slamò lasciandomi di sasso.
Cercai nell'attrezzatura un amo più piccolo, rifeci la montatura e misi come al solito un filetto di sardina. Ancora una volta appena lanciato sentii un tremore sul cimino della canna, ferrata e consueta resistenza. Questa volta sembrava ancora
più grosso di prima. Feci con più calma. Il tira e molla durù almeno un minuto, poi la ebbi vinta. Betta estrasse dal fodero il guadino delle grandi occasioni e mi
guadinò il pesce che era giunto quasi stremato nei pressi della battigia. Puntai incuriosito la lampada sulla preda e capii che cosa era lo 'strano' pesce che
più volte mi aveva fregato: era un cefalo!.
Non mi era mai capitato di prendere un cefalo a surfcasting. Ne tanto meno con la sardina. Avevo letto alcuni articoli che parlavano di pesca ai cefali con il filetto di sardina ma mi era sempre sembrato strano. La pesca ai cefali la interpreto solo in un modo: con la pasta e con il galleggiantino.
Morale della favola, ne presi altri sei di fila molto belli. Il più grosso era quasi 6 etti. Poi decisi di dedicarmi interamente alle mormore e lasciai perdere i cefali e la sardina.
Tocche sugli anellidi non se ne vedevano. La tentazione di tornare ai cefali era forte, ma io ero venuto a Cannes per mormore. Betta mi
abbandonò andandosi a sdraiare sul consueto lettino. Era quasi mezza notte e la stanchezza stava per prendere il sopravvento.
Rimasi attento ai segnalatori fino alle due: solo un paio di saraghetti avevano avuto voglia di farmi visita. Ancora una volta era stata l'arenicola ad essere stata fatale. Cambiai la montatura a singolo amo con una a bi-amo (si ha sempre il terminale sotto al piombo ma al primo amo si collega una derivazione con un secondo amo) per vedere di invogliare qualche bella ed apatica mormora. Il cambio mi diede ragione. Dopo poco il segnalatore "appeso" alla lenza madre della canna con il bi-amo (innescati sempre ad arenicola)
iniziò a oscillare molto vistosamente. Il segnalatore rimase attaccato alla canna segnalando una bella tocca ed io corsi a ferrare. La trazione era decisamente "interessante" tanto che pensai ad una bella orata. Chiamai Betta, che intanto dormiva come un ghiro, per farmi aiutare. Con fatica riuscii ad avvicinare la preda. La sagoma argentea dopo alcuni minuti si
stagliò nel buio, sembrava più affusolata di quella di un orata, era ... una bella mormora di quasi sei etti (vedi figura) che Betta sapientemente guadinava evitando di correre inutili rischi.
Ci fu ancora tempo a spiaggiare un' oratella (dopo cefali, saraghi, boghe ed occhiate mancava all'appello!) e poi visto che erano arrivate quasi le tre e crollavo dal sonno si decise di fare i "bagagli" e rincasare. L'intera notte a pesca fu rimandata ad altra data.
Anche questa volta Cannes non ha pagato al meglio, ma mi sono tolto una soddisfazione: ho preso dei cefali a surfcasting con la sardina ed anche il bottino finale non e' stato male. Date voi un occhiata alla
"visione di insieme" nelle due foto successive.
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