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Testo di  Michele Foglia
Fotografie di  Michele Foglia
Data Pubblicazione  03/12/2005

Premetto che questo è un racconto un po' particolare, si tratta di una cattura ma con un esito diverso dal solito.

Erano due fine settimana che non si riusciva ad organizzare una pescata insieme, colpa gli impegni rimandati e il cattivo tempo.

Ieri sera, venerdì, mi sento con Francesco per telefono e organizziamo una pescatina a bolognese sul lungomare di Molfetta, luogo che non frequentavamo più da diverse settimane. Alle 7 di questa mattina ci incontriamo al solito bar, un cappuccino, due chiacchiere e le immancabili risate per qualche battuta che Francesco riesce a tirar fuori con una naturalezza impressionante, quindi raggiungiamo il posto e ci prepariamo per la pescata.

Le condizioni non sono delle migliori, il vento tutto sommato non da molto fastidio grazie ad un muretto alle nostre spalle che ci protegge, ma l'acqua è molto limpida.

La mattinata è trascorsa come sempre piacevolmente, si sono catturate delle boghe e del pesce di fondo: ghiozzi, bavose, tordi ma anche saraghetti ed occhiate.
C'era moltissima minutaglia, in particolare latterini e occhiatine che ti disintegravano l'esca prima ancora che raggiungesse l'altezza di pesca desiderata.

Intorno alle dieci faccio un bel innesco con coreano intero e gamberetto sgusciato anch'esso intero e lancio ... tempo due o tre minuti vedo il galleggiante partire (premetto che stavo pescando a galleggiante ma con gli ami molti vicini al fondo), ferrò leggermente pensando ad un'altra boga ma mi rendo conto che è un bel pezzo ma non oppone molta resistenza, viene avanti come uno straccio dando timidi colpetti. E' un bel esemplare di Crenilabrus pavo (Tordo Pavone):

La foto di questo pesce mi mancava, ed io che quando sono a pesca penso sempre alla sezione Schede dei Pesci del sito, lascio la postazione, corro a casa e ritorno munito di macchina fotografica e due caffè. Segue ovviamente la foto del primo piano del pesce che poi inserirò nella scheda del pesce:

Prima di andar via sono solito ributtare in acqua tutti i pesci ancora vivi (molti infatti muoiono a causa delle ferite provocate dall'amo), ma il tordo e qualche altro pescetto vivo decido di tenerlo perché mi sembrano moribondi e non lo nascondo, perché immaginavo già gli occhi di gioia dei miei nonni nel vedere tutto quel pesce colorato pronto per una saporitissima zuppa che avrei mangiato anch'io molto volentieri. Al pensiero della degustazione delle ottime carni del tordo si accompagnava però un leggero pensiero ostile che recava fastidio, quell'occhio grande del tordo e quel suo respiro affannoso sembrava mi stessero dicendo qualcosa che io capivo ma che in quel momento ho voluto non ascoltare.

Quel pensiero che aleggiava in me mi ha indotto a fare una cosa che faccio raramente e cioè portare il pesce a casa nel secchio con l'acqua e non in busta.

Mi saluto con Francesco e torno a casa dai miei nonni. Appena prendo il pesce e lo riverso in un contenitore in plastica con tutta l'acqua, mi rendo conto che il tordo e gli altri tre pesci vivi lo erano ancora, quindi li tengo da parte e li rimetto nel secchio con l'acqua.

Mi sento uno scrupolo dentro, mi chiedo se è giusto tenerli o sarebbe più giusto riportarli a mare e ridare loro la libertà?

Quell'occhio continua a guardarmi, sento quasi il suo respiro affannoso e mi dico: quel tordo ha saputo regalarmi un momento di gioia, di certo non è una spigola di 6 kg ma mi ha regalato comunque una soddisfazione. Mi ha anche regalato delle belle fotografie che potrò inserire nella scheda del pesce all'interno del mio sito web, quindi mi ha già regalato tanto! Allora non è giusto che mi debba regalare anche il piacere di degustare le sue carni in una bella zuppa! Sono io adesso che dovreo fare un regalo!

Guardo mia nonna e lei con una dolcezza indescrivibile mi dice: è peccato tenerlo, è ancora vivo, portali a mare e rilasciali.

Non me lo faccio ripetere due volte, prendo il secchio e corro sulla spiaggia.

Entro praticamente in acqua con tutte le scarpe, un'onda mi bagna anche i pantaloni ma non me ne importa nulla, il mio unico obiettivo è rimetterlo in acqua facendolo adattare pian piano, facendolo respirare correttamente e vederlo prendere il largo.

Finalmente lo vedo che comincia a riprendersi, riesce a nuotare e a stare dritto in acqua, si allontana poi ritorna, nuota davanti a me per un po', poi prende pian piano il largo fino scendere in profondità scomparendo alla mia vista.

Le foto non sono un granché, le ho voluto fare perché questa volta ho deciso di pubblicare un gesto che ho ripetuto tantissime altre volte senza mai immortalarlo con una fotografia o descriverlo con un articolo pubblico.
Qualcuno sicuramente apprezzerà tutto questo, qualcun'altro invece ci sorriderà considerandolo forse ridicolo, l'ho messo in conto quando ho deciso di pubblicare questo testo.

Perché ho deciso di rendere pubblico questo semplice gesto?

Semplice, perché spero possa servire a responsabilizzare sempre di più tutti coloro che pescano in qualità di pescatori sportivi, imparando e non dimenticando mai che il mare ed i pesci vanno sempre rispettati, sanno regalarci momenti e panorami, magnifici e indimenticabili, sanno darci emozioni uniche, ma vanno anche ringraziati.
Per farlo basta un gesto, un semplice gesto, uno dei miei è questo ma ce ne sono tanti altri possibili.

Impariamo a raccontarli, credo facciano bene a tutti coloro che sanno ascoltare e che amano il mare.

Saluti a tutti i gli Amici di HobbyPesca.
 



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