Premetto che questo è un racconto un
po' particolare, si tratta di una cattura ma con un esito diverso dal solito.
Erano due fine settimana che non si riusciva ad organizzare
una pescata insieme, colpa gli impegni rimandati e il cattivo tempo.
Ieri sera, venerdì, mi sento con Francesco per telefono e
organizziamo una pescatina a bolognese sul lungomare di Molfetta, luogo che non
frequentavamo più da diverse settimane. Alle 7 di questa mattina ci incontriamo
al solito bar, un cappuccino, due chiacchiere e le immancabili risate per
qualche battuta che Francesco riesce a tirar fuori con una naturalezza
impressionante, quindi raggiungiamo il posto e ci prepariamo per la pescata.
Le condizioni non sono delle migliori, il vento tutto sommato
non da molto fastidio grazie ad un muretto alle nostre spalle che ci protegge,
ma l'acqua è molto limpida.
La mattinata è trascorsa come sempre piacevolmente, si sono
catturate delle boghe e del pesce di fondo: ghiozzi, bavose, tordi ma anche
saraghetti ed occhiate.
C'era moltissima minutaglia, in particolare latterini e occhiatine che ti
disintegravano l'esca prima ancora che raggiungesse l'altezza di pesca
desiderata.
Intorno alle dieci faccio un bel innesco con coreano intero e
gamberetto sgusciato anch'esso intero e lancio ... tempo due o tre minuti vedo
il galleggiante partire (premetto che stavo pescando a galleggiante ma con gli
ami molti vicini al fondo), ferrò leggermente pensando ad un'altra boga ma mi
rendo conto che è un bel pezzo ma non oppone molta resistenza, viene avanti come
uno straccio dando timidi colpetti. E' un bel esemplare di
Crenilabrus pavo (Tordo Pavone):
La foto di questo pesce mi mancava, ed io che quando sono a
pesca penso sempre alla sezione Schede dei Pesci del sito, lascio la postazione,
corro a casa e ritorno munito di macchina fotografica e due caffè. Segue
ovviamente la foto del primo piano del pesce che poi inserirò nella scheda del
pesce:
Prima di andar via sono solito ributtare in acqua tutti i
pesci ancora vivi (molti infatti muoiono a causa delle ferite provocate
dall'amo), ma il tordo e qualche altro pescetto vivo decido di tenerlo perché mi
sembrano moribondi e non lo nascondo, perché immaginavo già gli occhi di gioia
dei miei nonni nel vedere tutto quel pesce colorato pronto per una saporitissima
zuppa che avrei mangiato anch'io molto volentieri. Al pensiero della
degustazione delle ottime carni del tordo si accompagnava però un leggero
pensiero ostile che recava fastidio, quell'occhio grande del tordo e quel suo
respiro affannoso sembrava mi stessero dicendo qualcosa che io capivo ma che in
quel momento ho voluto non ascoltare.
Quel pensiero che aleggiava in me mi ha indotto a fare una
cosa che faccio raramente e cioè portare il pesce a casa nel secchio con l'acqua
e non in busta.
Mi saluto con Francesco e torno a casa dai miei nonni. Appena
prendo il pesce e lo riverso in un contenitore in plastica con tutta l'acqua, mi
rendo conto che il tordo e gli altri tre pesci vivi lo erano ancora, quindi li
tengo da parte e li rimetto nel secchio con l'acqua.
Mi sento uno scrupolo dentro, mi chiedo se è giusto tenerli o
sarebbe più giusto riportarli a mare e ridare loro la libertà?
Quell'occhio continua a guardarmi, sento quasi il suo respiro
affannoso e mi dico: quel tordo ha saputo regalarmi un
momento di gioia, di certo non è una spigola di 6 kg ma mi ha
regalato comunque una soddisfazione. Mi ha anche
regalato delle belle fotografie che potrò inserire nella scheda del
pesce all'interno del mio sito web, quindi mi ha già
regalato tanto! Allora non è giusto che mi debba regalare anche il
piacere di degustare le sue carni in una bella zuppa!
Sono io adesso che dovreo fare un regalo!
Guardo mia nonna e lei con una dolcezza indescrivibile mi
dice: è peccato tenerlo, è ancora vivo, portali a mare
e rilasciali.
Non me lo faccio ripetere due volte, prendo il secchio e
corro sulla spiaggia.
Entro praticamente in acqua con tutte le scarpe, un'onda mi
bagna anche i pantaloni ma non me ne importa nulla, il mio unico obiettivo è
rimetterlo in acqua facendolo adattare pian piano, facendolo respirare
correttamente e vederlo prendere il largo.
Finalmente lo vedo che comincia a riprendersi, riesce a
nuotare e a stare dritto in acqua, si allontana poi ritorna, nuota davanti a me
per un po', poi prende pian piano il largo fino scendere in profondità
scomparendo alla mia vista.
Le foto non sono un granché, le ho voluto fare perché questa
volta ho deciso di pubblicare un gesto che ho ripetuto tantissime altre volte
senza mai immortalarlo con una fotografia o descriverlo con un articolo
pubblico.
Qualcuno sicuramente apprezzerà tutto questo, qualcun'altro invece ci sorriderà
considerandolo forse ridicolo, l'ho messo in conto quando ho deciso di pubblicare questo
testo.
Perché ho deciso di rendere pubblico questo semplice
gesto?
Semplice, perché spero possa servire a responsabilizzare
sempre di più tutti coloro che pescano in qualità di pescatori sportivi,
imparando e non dimenticando mai che il mare ed i pesci vanno sempre rispettati,
sanno regalarci momenti e panorami, magnifici e indimenticabili, sanno darci
emozioni uniche, ma vanno anche ringraziati.
Per farlo basta un gesto, un semplice gesto, uno dei miei è questo ma ce ne sono
tanti altri possibili.
Impariamo a raccontarli, credo facciano bene a tutti coloro
che sanno ascoltare e che amano il mare.
Saluti a tutti i gli Amici di
HobbyPesca.
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