Più o meno tutti sanno dove vanno
posizionate le attrezzature da pesca, in pesca appunto, ma
a riposo?
Qui inizia il vero e proprio calvario del pescasportivo. Le
attrezzature vanno riposte in modo da non rovinarsi e non rovinare la barca.
Fin quando si parla di canne e mulinelli si
trovano soluzioni ad hoc come i reggicanna da riposo che si posizionano in
genere a monte del pozzetto, in una zona che non intralcia le operazioni di
pesca e di facile raggiungibilità.
Diverso il discorso per tutto il resto. Coppo e raffio
sono pronti a stare fra i piedi in modo esagerato,
artificiali e scatole di plastica da tutte le parti, varie borsette
per i piombi e gli ami. Tutto pronto a ribaltarsi alla prima onda e finire per
terra nel pozzetto. Senza parlare poi dell’igloo
adibito a vasca per il vivo ma pronto a diventare un vero e proprio bauletto
contieni tutto.
Bene, per il posizionamento degli accessori partiamo da
quelli che obbligatoriamente devono essere a portata di mano subito.
Forbici, coltellini, elastici, piombi moschettoni e
girelle devono essere a portata di mano. Il
posto adatto è sulle murate interne, se non si dispone di vani
previsti in costruzione sono molto comodi quelle tasche in materiale plastico
adesivo che si posizionano ovunque, è meglio dotare ogni tasca di forbici e
coltello. Un solo coltellino che gira in barca spesso viene riposto male e dopo
mezz’ora nessuno sa dove sta.
L’igloo oltre a essere
una grande vasca per il vivo è anche una formidabile seggiola, buona anche per
combattere qualche pesciotto se lo stato del mare non consente di stare
agevolmente in piedi, quindi predisporre il fissaggio a
paiolo è consigliabile anche per un altro motivo fondamentale;
l’igloo pieno di acqua pesa 80 kg, pertanto l’eventuale
spostamento accidentale è pericoloso. Posizionarlo in modo da avere i
fori di scarico in corrispondenza degli scarichi del pozzetto, per il carico di
acqua è meglio un collegamento corto che uno lungo che crea intralcio.
I reggicanna dovrebbero
essere da incasso e dovrebbero essere posizionati più o
meno a metà del pozzetto e cioè con sufficiente spazio dietro per
poter agevolmente estrarre la canna, ricordiamoci che sotto la trazione del
piombo o del solo artificiale non è facile estrarla, figuriamoci con qualche bel
pesciotto allamato.
La posizione dei reggicanna deve essere tale da consentire l’orientamento a
divergere tra la canna di destra e quella di sinistra. Una barca larga 2.40 mt
come la mia consente di pescare al massimo con tre canne, una a destra, una a
sinistra e una al centro.
Gli artificiali vanno
riposti in scatole di plastica con i separatori, un artificiale per scomparto.
Mai e poi mai gli artificiali vanno appesi da qualche parte o poggiati sulle
panche.
Il posto per posizionare il coppo e
il raffio sarebbe sulle murate interne nel pozzetto, ma nel caso di
piccole barche il tettuccio della pilotina va bene purché il rezzaglio del coppo
non sventoli e la punta affilatissima del raffio sia il
più lontano possibile da mani e caviglie.
L’affondatore
deve stare più a poppa possibile, anche
sulle murate ma verso poppa. Dobbiamo evitare che facendo una curva o la
corrente infili il cavetto sotto la barca o nel piede del motore. Non solo, ma
prevedere una bacinella dove riporre le palle per
l’affondatore che devono essere posizionate
verso il basso per non cadere e sfondare la barca o un piede, in
proposito il posto per riporre i pesi dell’affondatore può essere
anche un gavone, rivestirlo internamente di
materiale antiurto è cosa utile.
Il fissaggio della staffa
dell’affondatore alla falchetta deve essere particolarmente curato,
usare perni passanti e relativi dadi e controdadi di serraggio, la palla da 5 kg
accoppiata allo sbraccio del divergente sollecita molto tutta la struttura.
Evitare al massimo giochi o tolleranze negli incastri che sotto vibrazioni o
sforzi generano cavillature nella vetroresina indebolendone la struttura.
Prevedere anche lo spazio per riporre l’affondatore non è facile, ha una forma
ingombrante e a meno di smontarlo tutto ha bisogno di molto spazio.
Se si pesca a bolentino la linea di ancoraggio è voluminosa,
due o trecento metri di cima hanno il loro volume, così come l’ancora adatta e
il pallone per sollevarla. In genere i gavoni di prua sono i più adatti e la
cima dovrebbe essere riposta in una cesta forata e non essere mossa. Adugliare
una cima di trecento metri è una cosa bestiale.
Passiamo ora a un argomento di cui non ho mai sentito
parlarne, i parabordi.
Non sapete che fastidio danno, una volta ho perso una aguglia
imperiale di circa 15 kg perché una delle ancorette dell’artificiale con il
quale era stata catturata si è andata a conficcare in un parabordo appeso alla
murata esterna. Non vi dico l’arrabbiatura.
Bene quando si naviga i parabordi vengono sempre sollevati e posizionati nel
pozzetto, quando si pesca la cosa più facile è ributtarli fuoribordo. È la cosa
più idiota che si possa fare, io sono il primo che l’ha fatto e il primo a
cercare di convincere gli altri a spostarli
proprio in un altro posto, a prua per esempio dove non
danno fastidio, così come cime e cimette, secchi e altro.
Il pozzetto deve essere sgombro
e anche le scarpe devono essere adatte,
quanto più liscie possibili. Avete presente
quei sandali estivi con le fibbie in strech, proprio quelli danno un fastidio
terribile, le lenze, con precisione matematica andranno a finire nelle fibbie e
saranno motivo di grovigli interminabili.
Vorrei ora consigliare un paio di
cose che d’acchito potrebbero sembrare assurde ma poi con il tempo
concorderete con me, una tromba potente,
tipo quelle da stadio e una bomboletta di congelante
anestetico.
La tromba la sparerete
nelle orecchie a qualcuno che classicamente vedendovi con le canne in traina ed
essendo un vero lupo di mare domenicale tenterà di tagliarvi la scia, le lenze e
all’occasione il pesce allamato, oppure al fesso di turno che con fidanzata e
coppia di amici si avvicinerà alla vostra poppa per vedere cosa state tirando
su.
Il gas anestetico servirà
in caso di contusione o peggio se vi infilzate con un amo, succede più volte di
quanto crediate. Posizionate questi due accessori in modo visibile e a portata
di mano, in genere per questi accessori si usa il dimenticatoio.
Alla fine di tutto la vostra
barchetta sarà una vera e propria macchina da pesca, pronta a darvi tante
soddisfazioni e che non cambiereste con nessuna altra barca al mondo soprattutto
perché riattrezzare una barca da pesca seppur piccola è una fatica bestiale e
non si finisce mai.
Nella foto il primo Dentex della mia "Pinnagialla"
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